Un adorabile cavaliere con l’hydrofoil tra le fauci di Capo Mannu

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Il rider F-One Enrico Giordano lo scorso 27 aprile ha sentito il “leone del Mediterraneo” ruggire, ha preso il suo hydrofoil e ha spiccato il volo tra le sue onde potenti. In queste immagini suggestive tutta la potenza di Capo Mannu e l’adrenalina di un kiter che voleva toccare il cielo. Ecco cosa ci ha raccontato al termine di questa uscita al cardiopalma.

Capo Mannu è il leone del Mediterraneo. Quando il Nord Ovest soffia a più di 30 nodi tra le sue fauci si alzano onde di 4 metri di una potenza devastante. Chi riesce a surfare quei muri d’acqua tocca il cielo e si sente un re, chi sbaglia invece si ritrova nell’inferno delle rocce affilate come denti felini che ti scuoiano la pelle e l’anima. La savana di Capo Mannu non è per tutti i cacciatori di onde, ma solo per i migliori.

Tra loro c’è Enrico Giordano, un kiter di 45 anni che proprio tra queste onde nel 2009 si è aggiudicato il Capo Mannu Wave Master. Una medaglia da puntare sul petto, anche se Enrico dei trofei non se ne fa molto. Lui semplicemente vive di kite e di onde, sono il suo ossigeno e la sua malattia. Una passione che lo ha portato diversi anni fa a trasferirsi sulla costa Ovest della Sardegna litigando con amici, colleghi e tutti quei “civili” che non potranno mai capire quanto il richiamo del mare può riempirti la vita. Solo una persona capisce l’amore di Enrico per questa vita ed è sua moglie Daniela, per molti una santa e invece semplicemente innamorata di Enrico e del suo spirito libero. Lei, lui e Capo Mannu, il leone che ruggisce.

Quel leone Enrico lo conosce bene perché ci surfa tutte le volte che spalanca le sue fauci. Non tenta di addomesticarlo, non è stupido, ma solo di giocarci cercando di evitare le sue zampate con il cuore in gola e l’adrenalina a 1.000. Lo scorso 27 aprile Capo Mannu ha ricominciato a ruggire ed Enrico non si è fatto trovare distratto, anzi gli è venuta un’idea. Da qualche mese il rider targato F-One sta sperimentando l’Hydrofoil in tutte le condizioni. Perché allora non volare lì dentro tra quei muri d’acqua? Ha preso la sua Bandit 9m e una tavola Race con piantone da 95 cm, si è fatto il segno della croce e si è buttato tra le onde.

“Sono abituato a questa potenza, a questa adrenalina – racconta alla redazione di Kitesoul – ma all’inizio naturalmente avevo un po’ d’ansia, ero titubante, l’effetto lavatrice non piace a nessuno, poi con un piantone da 95 sotto ai piedi non era proprio l’ideale per quelle condizioni. Non ho messo il leash per evitare di fare male a me a agli altri. È stato micidiale. In parete su un’onda di 4 metri senti una accelerazione che ti schiaccia all’indietro come se fossi su un jet, con tutto il depower tirato viaggiavo a una velocità di 27-28 nodi. Mi sentivo come in una fionda. Tutto sollevato sull’acqua ho cominciato a sentire fischiare tutto uuuauaaaa. Sono passato un paio di volte in mezzo ad altri surfisti, sentivo le loro grida di incitamento. Quando sono uscito uno di loro si è avvicinato e mi ha chiesto: “Allora com’è il nuovo giochino?”.

Ecco l’Hydrofoil è la novità del momento, una cavallo imbizzarrito e per chi come Enrico Giordano cerca di addomesticarlo in tutte le condizioni, Capo Mannu è un test eccellente. Per questa volta al leone è rimasta la fame perché il cavaliere Enrico è sfuggito alle sue fauci. E al galoppo, dopo il suo volo nell’inferno, se ne è tornato a riva, pieno e felice sotto la sua armatura in neoprene.

David Ingiosi

Photo Credits: Benigno Virdis e Roberta Pala


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