Due cuori e un kite. Tre coppie si raccontano…
Il kite è uno sport individualista e totalizzante. A farne le spese spesso sono i rapporti di coppia, quando solo uno dei due partner è stregato dalla passione per vento e onde. Per i fortunati che invece trovano l’anima gemella che condivide uscite in acqua, viaggi e ed emozioni è tutta un’altra storia. Ma sono davvero felici? A quanto pare sì, con qualche sorpresa.
Il kitesurf è uno sport fortemente individualista. Se è vero che nelle prime fasi di apprendimento è meglio poter contare sull’aiuto di qualcun’altro, per esempio per decollare e atterrare l’ala o per uscire in sicurezza, in realtà dal momento in cui si entra in acqua si è praticamente da soli con sé stessi, il vento e le onde e anzi, forse è proprio in quella affascinante solitudine che si esaltano i nostri istinti più profondi e quell’incredibile senso di libertà che ci rende euforici quando pratichiamo questa disciplina.
Ma la solitudine del kiter in realtà inizia ancora prima di raggiungere la spiaggia, in quelle giornate di attesa trepidante del vento, di check continuo delle previsioni meteo, di video guardati in loop per scoprire le manovre dei campioni, l’andamento di una gara o le bellezze di un nuovo spot. Solo un kiter può capire quante aspettative e ambizioni si nascondono dietro l’acquisto di un biglietto aereo per un viaggio a caccia di vento. L’emozione di scartare una nuova vela, una tavola o un paio di boots. La telefonata di un amico che ci invita in spiaggia.
Prima viene il kite, poi tutto il resto
I kiter sono soli anche quando tornano a casa dopo un’uscita con 30 nodi, il cuore pieno e un sorriso stampato in faccia che chi è fuori da questo ambiente difficilmente riesce a capire e condividere fino in fondo. I genitori, gli amici, il proprio partner, per loro sei un alieno. Perché la verità è che il kiter è innamorato di una cosa sola: la propria passione. Tutto il resto, fatevene una ragione, è secondario.
Il kitesurf è uno sport talmente totalizzate a livello di tempo, di impegno, di testa che spesso si diventa dei lupi solitari, nel senso che non sono poche le coppie che scoppiano a causa di questa passione unilaterale da parte di uno dei due. Litigi per le assenze, per i soldi spesi in attrezzature, per la destinazione delle proprie vacanze, per le gelosie verso gli amici kiter e così via. A meno che…
L’anima gemella? Un kiter come me
A meno che non si incontri l’anima gemella che è un kiter a sua volta, oppure che anche per amore lo diventa. Allora magicamente quella solitudine scompare e anzi si trasforma in un rapporto di coppia più solido e brillante o comunque baciato (e bruciato) dalla stessa passione. È proprio così?
Tra i rider professionisti non sono poche le coppie di ferro: Alex Caizergues e Marie Desandre Navarre, Mathilde Serin e Julien Kerneur, Sensi Graves e Brandon Scheid, Colleen Carroll e Craig Cunningham, senza dimenticare i nostri Gianmaria Coccoluto e Francesca Bagnoli, tanto per citarne alcuni. Ma loro sono appunto professionisti: allenamenti, viaggi, gare. Complicato per loro trovare un partner fuori dall’ambiente dotato di pazienza e spirito di abnegazione. Sicuramente avere stessi interessi e obiettivi comuni in quel caso è non solo strategico, ma anche vitale alla coppia.
Il kite in due è meglio?
Ma per le coppie di rider normali, i semplici appassionati, il kitesurf è davvero un bel collante, un piacere condiviso, un moltiplicatore d’amore? Oppure diventa una gabbia, magari dorata ma pur sempre un contenitore chiuso e alla lunga asfissiante? A raccontarcelo sono tre coppie di kiter, piuttosto conosciute (e forse pure invidiate) per il loro affiatamento e l’energia positiva che emanano, dentro e fuori dall’acqua.
Tiziana Sirigu e Marco Orrù
Età: 35 e 32.
Luogo dove vivono: Carbonia e Porto Botte (Sardegna).
Professione: entrambi liberi professionisti.
Livello di kitesurf: salti unhooked.
Il primo incontro: “Marco è stato il mio istruttore di kite – racconta Tiziana – mi ha fatto innamorare di questo fantastico sport …e anche di lui”. “Diciamo un classico – gli fa eco Marco – lei voleva fare un corso di kite e io ero l’istruttore. Poi visto che era brava, le ho anche proposto il pacchetto di “lezioni serali”! Da lì in poi è stato amore e kitesurf.”.
Il kite insieme: “Condividere questo sport è una grande fortuna per me, abbiamo entrambi una passione smisurata ed essendo lui più bravo di me, mi sostiene e mi spinge sempre a migliorare! Sinceramente non riesco a immaginare come possa essere passare la vita con una persona che non pratica questo sport!”, spiega Tiziana. “Credo ci sia una cosa che Marco non ami particolarmente ed è quella di condividere con me l’attrezzatura …però non lo ammette”, suggerisce Tiziana. “Praticare entrambi questo sport – racconta Marco – significa creare un extra legame di coppia perché quando si divide una passione come questa si hanno milioni di bei momenti trascorsi assieme. Inoltre non ci sono problemi sulla scelta delle destinazioni per le vacanze, non si viene mai sgridati quando si spendono soldi comprando attrezzature, tutto ciò a patto che mentre si pratica ad ognuno rimanga un po’ di libertà nel vivere le proprie routine”.
Dietro le quinte: “Ricordo che quando siamo passati da istruttore-allieva a coppia – rievoca Marco – le ho spiegato che c’erano delle regole fondamentali da rispettare perché fare kite doveva continuare a rimanere un momento di sport individuale di cui si condividono i bei momenti. Quindi per esempio ognuno si gonfia e si lava la propria attrezzatura, etc. e così è tutt’oggi”. “Si, sì… in realtà le regole devono aver subito qualche modifica – risponde Tiziana – perché a quanto mi risulta oggi io lavo l’attrezzatura di entrambi!”.
Mio Cremante ed Enrico Tiana
Età: 35 e 40.
Luogo in cui vivono: Nurachi (Sardegna).
Professione: imprenditori, istruttori di kitesurf e sup, riparatori di kite.
Livello di kitesurf: avanzato, entrambi appassionati di wave riding strapless e nei periodi caldi anche di freestyle.
Il primo incontro: “Nel 2010 ero partita per un mese di vacanza-kite in Sardegna, destinazione il Fortino di Porto Botte – racconta Mio – un giorno mi ritrovai in mare con il kite incaramellato ed Enrico, notando un kite in avaria (sostiene di non aver fatto caso che fossi una ragazza, ma secondo me se ero un uomo sarei ancora lì ad aspettare soccorso…) si avvicinò e chiese se avevo bisogno di una mano e io, che nel frattempo avevo sganciato tutto, lo esortai a prendermi il kite. Rientrati in spiaggia, gli offrì una birra per ringraziarlo e così tra altre birre e qualche gita “fuori porta”, alla fine mi sono trasferita in Sardegna! Forse Enrico ha esagerato col numero di birre visto che mi ha chiesto di trasferirmi a vivere con lui dopo un mese dal nostro primo incontro. Passata la sbornia, si è ritrovato con una mezza giapponese e il suo gattone di 10 kg in casa!”.
Il kite insieme: “Il kitesurf per noi rappresenta, oltre alla fortuna di averci fatto incontrare, il nostro stile di vita – continua Mio – nonostante abitiamo a 10 minuti dai nostri spot, quando arriva la mareggiata preferiamo andare col furgone a dormire sul mare, sentire di notte il rumore delle onde e del Maestrale e al risveglio essere pronti per surfare! Ci scambiamo idee, ci consultiamo sulle manovre che stiamo imparando. Quando surfiamo insieme spesso Enrico mi incoraggia a osare di più e provare onde più difficili, mentre lui si sente supportato nelle sue session di 4-6 ore (io in inverno non reggo tanto). Ma il kitesurf è anche compagnia ed è fantastico in estate quando si organizzano le trasferte in gruppo e si surfa fino al tramonto e anzi spesso anche dopo il tramonto…”.
Dietro le quinte: “Prima della famosa vacanza in Sardegna un amico mi aveva insegnato a riparare i kite – racconta ancora Mio – e così con Enrico abbiamo iniziato a dilettarci nel riparare qualche ala di amici fino ad appassionarci talmente tanto da dare vita a CuT’n’KiTe, un centro riparazione e assistenza che oggi opera in tutta Italia (www.cutnkite.com). Attualmente stiamo per aprire anche la nostra scuola di kitesurf e sup a San Giovanni di Sinis (Or)”.
Cristina Barri e Pietro Arata
Età: 26 e 32.
Luogo dove vivono: Lago di Como.
Professione: architetto e infermiere/fondatore di Xtremelement KiteSchool.
Livello di kitesurf: salti hooked e unhooked.
Il primo incontro: “Ho conosciuto Pietro 4 anni fa durante il mio corso di kitesurf – racconta Cristina – lui era uno degli istruttori della scuola e… beh, è stato subito un colpo di fulmine! Ora la nostra vita si divide tra i rispettivi lavori e, fortunatamente, i moltissimi viaggi e avventure sulla tavola!”. “Quando l’ho vista il mio primo pensiero è stato… dal gommone al furgone! – dice Pietro – e il “fascino” del ragazzo con il furgone camperizzato alla fine ha avuto la meglio! Dal furgone ai primi viaggi a Fuerteventura il passo è stato breve e poi il Brasile e ora appena si hanno giorni liberi si parte insieme alla ricerca del vento”.
Il kite insieme: “Il kite è sicuramente la grande passione di entrambi e credo che condividere uno sport così totalizzante renda unico il rapporto di coppia – spiega Cristina – ci spinge a spronarci l’un l’altra per raggiungere sempre nuovi obiettivi. Se uno dei due non fosse un kiter non riuscirebbe mai a comprendere a pieno le sensazioni provate una volta sulla tavola, il senso di libertà assoluto, gli sforzi, le delusioni e poi la soddisfazione di chiudere un trick. Inoltre il kite ci fa amare di continuo il luogo in cui abbiamo scelto di vivere, il Lago di Como, e allo stesso tempo ci offre la scusa per partire sempre verso nuove mete. E poi volete mettere il romanticismo di una surfata durante un tramonto brasiliano? O l’intimità di un viaggio all’avventura sul nostro van inseguendo sempre un comune obiettivo, il vento?”.
Dietro le quinte: “Ovviamente scordatevi di potervi far dare lezioni di kite dal vostro fidanzato: la troppa confidenza vi assicura una mega litigata”, avverte Cristina. Credo che gli “scleri” iniziali nell’insegnarle le prime partenze – gli fa eco Pietro – e in seguito le ansie di non rivedere mai più integri i miei RPM in mano sua alla fine ci hanno ripagato viste le innumerevoli avventure che il kite ci ha permesso di vivere insieme. Ora organizziamo insieme viaggi per la scuola kite e la cosa ci gasa un sacco! Brasile, Caraibi in catamarano, ma soprattutto possiamo preparare un’unico bagaglio kite da imbarcare in aereo. Volete mettere?”.
Un bagaglio unico quando si viaggia, supporto morale reciproco, notti passate insieme in spiaggia, sembra che il kitesurf in coppia abbia proprio una marcia in più. E non è per forza quella nuziale.
David Ingiosi