Come in tutte le attività sportive che si svolgono in acqua, anche nella pratica del kitesurf la dispersione termica del corpo è un elemento importante. Sottovalutare quest’aspetto significa incorrere in problemi di freddo, poca resistenza, irrigidimento muscolare, difficile digestione, etc. Il rischio di ipotermia inoltre è sempre in agguato, non solo nella stagione fredda, anche per effetto del cosiddetto wind chill, ossia l’indice di raffreddamento corporeo. Il vento che spira a una certa velocità, infatti, incrementa la percezione di freddo del corpo umano: se per esempio il vento soffia a 17 nodi e la temperatura esterna è di 4 gradi, il kiter esposto a quel vento avrà una percezione della temperatura esterna (il wind chill appunto) pari ai -10 gradi.
Proteggersi dal freddo e dal “wind chill”
Superare freddo e intemperie durante una session di kitesurf è possibile solo dotandosi dell’attrezzatura adatta, ossia una muta in neoprene calda, confortevole e adatta alla stagione. I kiter hanno bisogno di proteggersi dal freddo ma anche essere liberi nei movimenti e quindi indossare capi elastici e leggeri. Ecco allora qualche suggerimento per scegliere il modello di muta che più si adatta alle vostre esigenze.
Perché il neoprene mantiene il calore del corpo
Il neoprene appartiene alla famiglia degli elastomeri di sintesi ovvero delle gomme sintetiche e si presenta come una gomma porosa, la cui massa è costituita da cellule gassose distribuite uniformemente in tutta la sua massa. Le principali caratteristiche del neoprene sono l’elasticità, la resistenza al taglio e allo schiacciamento, la resistenza all’invecchiamento atmosferico e al calore.
Le mute in neoprene non isolano il corpo dall’acqua, anzi sono dette “bagnate” (in inglese wetsuit) proprio perché rimangono umide, così come di conseguenza la pelle del corpo. Ciò tuttavia non impedisce a questi capi tecnici di essere efficaci anche in condizioni di freddo intenso. Come funzionano allora? In pratica la muta, molto aderente, lascia filtrare un sottile strato d’acqua che viene subito scaldato dal calore del corpo e riduce la sensazione di freddo. Quando si naviga, inoltre, gli spruzzi d’acqua scorrono via sullo strato esterno della muta senza penetrare all’interno. L’unico momento “difficile” è quando si entra per la prima volta nell’acqua fredda e questa si insinua tra la pelle e la muta, ma appena il corpo inizia a scaldare il liquido, quello che si avverte è un piacevole caldo umido.
Quali materiali? Neoprene hi-tech, lycra e spraytop
Al classico neoprene le mute attuali affiancano materiali come il titanio che riflette il calore corporeo aumentando la percezione di caldo fino al 40 per cento in più rispetto a una muta tradizionale. Sotto alla muta, a pelle, è possibile inoltre indossare un’ulteriore maglia termica in Lycra o in Jersey oppure un corpetto sempre in neoprene di 1,5-2 millimetri di spessore, mentre sopra c’è chi indossa un cosiddetto spray top. Quest’ultimo è una giacca leggera e di tessuto impermeabile, a volte anche traspirante, con un grande potere isolante che consente di prolungare l’esposizione a vento e spruzzi. Le cuciture delle mute sono infine particolari e studiate per impedire all’acqua di entrare e sono realizzate per non irritare la pelle una volta indossate senza nulla sotto. In genere hanno anche hanno le ginocchiere e dei rinforzi nelle parti più sollecitate.
Oltre a proteggere dal freddo, la muta attutisce eventuali urti ed abrasioni contro la tavola, le rocce, la sabbia, gli anemoni, inoltre favorisce il galleggiamento e in caso di problemi prolunga la permanenza in acqua in attesa di soccorso.
Tipologie di mute
Esistono molti tipi di mute che variano per sia per foggia (maniche e gambe corte o lunghe) che per lo spessore del neoprene. Una muta va scelta in base alla stagione. Generalmente converrebbe avere due mute, una corta per la mezza stagione e una lunga e pesante per l’inverno. Lo spessore delle mute è indicato in millimetri. Per esempio: 3/2, 4/3 oppure 5/4, etc. Cosa significano? Un muta 5/3 significa che presenta uno spessore di 5 mm di sul tronco, petto e schiena e 3 mm di spessore su braccia e gambe per garantire una buona elasticità. La stessa logica vale per le mute 4/3 e 3/2 che utilizzano spessori più sottili e quindi non sono così calde.
La scelta su quale spessore scegliere dipende quindi dalla stagione in cui si prevede di utilizzare la muta, dalla temperatura dell’acqua, dalla velocità del vento, ma anche da quanto personalmente soffrite il freddo. Questo schema può aiutarvi a capire meglio:
– Se la temperatura dell’acqua è inferiore a 15C°, si consiglia una muta integrale con uno spessore compreso tra 4/3mm e 5/3mm (quest’ultima chiamata steamer).
– Se la temperatura dell’acqua è superiore a 15°C, si consiglia una muta shorty o long john con uno spessore compreso tra 3/2mm e 4/3mm.
Scegliere la taglia giusta
La scelta della taglia è un elemento decisivo per l’efficacia della muta: troppo stretta impedisce i movimenti e crea problemi di circolazione sanguigna diventando in breve una vera tortura; troppo grande, viceversa, consente l’ingresso di una quantità di acqua troppo elevata che non fa in tempo a scaldarsi e genera una sensazione di freddo continua. Non bisogna trascurare anche le differenze di sesso. Infatti le mute si differenziano ormai in mute maschili e femminili, modellate cioè e cucite in base alle differenze anatomiche, evidenti tra il corpo dell’uomo e della donna.
Front Zip Vs Back Zip: quali vantaggi?
Un altro fattore che caratterizza la muta in neoprene è la posizione della cerniera. Una muta con una zip al petto (Chest Zip) di nuova generazione è generalmente più costosa di una tradizionale con una zip posteriore (Back Zip) e oltre a essere più calda è anche anche più morbida, meno irritante per la pelle e più impermeabile. Le mute Back Zip possono creare qualche difficoltà nella chiusura della zip posteriore a cui di solito è legata una fettuccia per risolvere il problema e in linea generale sono meno costose.
Proteggere mani, piedi e testa
Oltre alla muta integrale in neoprene, durante la stagione invernale è fondamentale dotarsi di una buona protezione anche per le mani, i piedi e la testa. Sono, infatti, queste estremità che disperdono più velocemente il calore corporeo. Sulla testa si possono indossare berretti o fasce in tessuti termici tipo pile o mix di lana e acrilico foderati in tessuto traspirante. Esistono in commercio anche cappucci in neoprene che costituiscono una valida alternativa. Quanto ai guanti è importante che oltre ad assicurare la giusta protezione non impaccino nelle manovre e assicurino una presa efficiente della barra. L’ideale sono quelli con tessuto interno impermeabile traspirante e fodera in pile, o meglio ancora quelli in neoprene che oltre a garantire un adeguato isolamento termico assicurano anche la necessaria sensibilità alle dita. Per quanto riguarda i calzari questi in genere hanno uno spessore di 2-3 mm con suola in gomma, alti fino alla caviglia e con protezioni sul collo del piede per resistere all’usura delle cinghie.
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